L’italiano disciplinare attraverso la lingua madre dello straniero

Carla Marello (2009), L’italiano disciplinare attraverso la lingua madre dello straniero, in Marello C. (a cura di), Scienza multilingue. L’italiano disciplinare attraverso la lingua madre dello straniero, Guerra, Perugia, pp. 1-28.

[Estratto da pagg. 3-4]

Si potrebbe dire che l’esperienza in fondo è una specie di “CLIL al contrario”. Il Content Language Integrated Learning ha come scopo l’apprendimento di una disciplina attraverso lezioni e testi scolastici in lingua straniera; “Scienza multilingue” ha qualche aspetto in comune con il CLIL, ma anche sostanziali differenze:

– l’allievo straniero non impara solo una materia in italiano, ma tutte

– l’allievo straniero non fa le stesse cose che fa il resto della classe

– l’italiano in questo caso non è una lingua parlata in un posto più o meno lontano dalla classe, ma è la lingua del paese in cui l’allievo si trova.

Il docente perciò ha un aiuto dall’ambiente se l’allievo frequenta italofoni anche al di fuori della scuola e nella classe stessa deve usare l’italiano con i compagni, ma il docente può trovare più difficoltà che con un CLIL in inglese o francese o spagnolo, perché non è un’attività che svolge nel normale orario, con tutta la classe, per la quale trova supporto anche in scambi telematici (si veda per esempio www.etwinning.net e http://etwinning.indire.it), ma qualcosa che deve fare con più di una lingua e per lingue di cui non ha né sufficienti conoscenze né materiali a portata di mano. Quasi sempre si tratta di attività al di fuori dell’orario di lezione, o, come nel nostro caso, svolte sia durante le ore di lezione con l’aiuto di un altro docente o di un assistente linguistico, sia in qualche altra ora supplementare.

Un pregio indubbio di questo “CLIL al contrario” è il riconoscimento del valore dell’individuo e la valutazione dei saperi che l’allievo può già avere nella sua esperienza: dal punto di vista umano e interculturale lo fa valere, non lo considera una “tabula rasa”. L’esperienza a cui più si avvicina la ricerca “Scienza multilingue” è piuttosto quella di chi si occupa di intercomprensione tra lingue neolatine: una didattica di strategia di lettura plurilingue che, dal mondo degli adulti con formazione di grado universitario, si sta diffondendo anche a livello di scuola secondaria superiore attraverso testi appositi.

Come potrà constatare il lettore con interessi per il metodo, oltre che per il risultato, nella ricerca “Scienza multilingue” nei vari capitoli del terzo al settimo si è adottata la strategia da intercomprensione e dal momento della lettura si è poi cercato di passare a una produzione scritta guidata.

A ricerca terminata siamo in grado di dire che se fosse stato possibile coinvolgere ancora di più gli insegnanti di italiano dei vari allievi stranieri con cui abbiamo lavorato e magari anche i loro docenti di lingua inglese o francese, gli studenti stranieri avrebbero fatto progressi più apprezzabili e i loro compagni di classe italofoni avrebbero potuto pure trarne profitto in chiave di intercomprensione orale, almeno nel caso dello spagnolo, e in chiave di strategia di lettura nel caso dell’inglese.

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