Didattica con i corpora di italiano per stranieri

Elisa Corino, Carla Marello (2009), Didattica con i corpora di italiano per stranieri,

in “Italiano LinguaDue”, 1, 2009, pp. 279-285.

TESTO COMPLETO

[Estratto pp. 279-280, 282, 284]

Si è molto parlato nel ventennio appena trascorso delle applicazioni didattiche dei corpora di apprendenti (cfr. Leech, 1998 e più recentemente Granger, 2009). Tuttavia non si è fatto ancora veramente molto per convincere gli insegnanti dell’utilità dei learner corpora che finora sono stati consultati e apprezzati soprattutto da linguisti e da lessicografi.

I corpora d’apprendenti accessibili on line non sono molti: ICLE quello per l’inglese, ad esempio, va acquistato; quelli in rete (FRIDA per il francese e FALKO per il tedesco) si presentano con interfacce di interrogazione pensate per linguisti, non così amichevoli per insegnanti o allievi in situazione di autoapprendimento.

Nei paragrafi che seguono presentiamo il risultato di una serie di ricerche volte a (far) utilizzare davvero un corpus di apprendenti di italiano (VALICO) a fini di didattica della morfosintassi italiana a stranieri e italiani e di autoformazione di docenti di italiano L1 e L2/LS. […]

Poiché tra i risultati possibili di un learner corpus, sia da un punto di vista teorico che applicato, c’è l’individuazione degli errori più frequenti commessi dagli apprendenti, è importante poter contare su un insieme di dati sociolinguistici che descrivano con precisione il profilo degli apprendenti. […] l’architettura di VALICO è stata appositamente studiata per dare all’utente la possibilità di interrogare i testi selezionando la L1 dell’apprendente, l’anno di studio della lingua italiana, la conoscenza di altre lingue, i contatti con l’italiano. Contiene anche informazioni sul tipo testuale e soprattutto consente di inquadrare ciascun studente in un gruppo (la classe alla quale l’apprendente appartiene o, allargando la portata della ricerca, l’insieme di tutti gli studenti con la sua stessa lingua madre e un livello di studio comparabile che hanno svolto la stessa consegna).

VALICO quindi permette di creare dei sottocorpora di testi generati a partire dalla selezione dei dati sociolinguistici. Questi testi sono etichettati per parti del discorso e quindi interrogabili anche a partire da sequenze sintattiche, non solo a partire da lessemi. […]

Da questi brevi accenni si comincia a intravvedere la relazione tra corpora per apprendenti e linguistica applicata all’insegnamento e, di riflesso, tra corpora di apprendenti e didattica; si tratta di una relazione per così dire “a valle” del corpus perché presuppone che gli strumenti siano stati allestiti e che l’attività si concretizzi nel manipolare i contenuti per dare loro una forma funzionale alle esigenze della formazione di insegnanti e studenti di italiano LS/L2. […]

Esiste una componente di formazione/didattica anche “a monte” del corpus e ha luogo durante le fasi di implementazione. VALICO in particolare si è rivelato strumento per la formazione di studenti di didattica delle lingue moderne e di didattica della lingua italiana come LS fin dai primi stadi della sua creazione. […] Per questi studenti catalogare è stato un ripassare le regole della loro lingua materna guardandole attraverso gli errori dei parlanti nativi di altre lingue che loro hanno studiato come LS e conoscono piuttosto bene, e hanno così raggiunto un livello di maggiore consapevolezza e conoscenza della loro stessa L1. […]

Abbiamo anche fatto sperimentazione con testi di VINCA, il corpus di italofoni appaiato a VALICO, disordinandoli per farli poi ordinare dagli studenti sia italiani che stranieri (si veda Merlo, 2009) per la costruzione di una prova per studenti romeni di scuola secondaria superiore. […]

Si può dire che questi sono stati tentativi di usare i corpora VALICO e VINCA nella didattica universitaria e nella formazione di docenti in servizio soprattutto a fini di attività di comprensione dello scritto e di riconoscimento della trama testuale (catene anaforiche, susseguirsi di tempi verbali, connettivi) e di riconoscimento dell’implicito (deissi personale e narratore, modi di interpretare ed esplicitare ciò che non è disegnato).

In questa sede descriveremo un’attività basata sul corpus d’apprendenti VALICO, ma di carattere più morfosintattico. […]

Un primo esperimento è stato svolto da Bárbara K. Pesce e Nelly M. Sirpa Caceres […] parlanti native di spagnolo, rispettivamente argentino e boliviano […]. Pesce e Sirpa Caceres si sono dovute porre il problema del metalinguaggio da usare e quando si sono trovate a dover scrivere spiegazioni molto corpose si sono rese conto che era necessario alleggerire l’enunciato su cui era costruito il test a scelta multipla, perché troppo ricco di errori. È apparso chiaro che non per tutti gli errori è consigliabile dare un test a scelta multipla, e non per tutti gli errori vale davvero la pena dare spiegazioni o è facile trovare la spiegazione del perché sono degli errori.

Preparare questi esercizi, in concreto, si è rivelata una vera e propria cartina di tornasole di ciò che si ritiene importante sapere della riflessione metalinguistica dell’allievo. […]

Per costruire un buon test a scelta multipla bisogna enucleare il tipo di errore su cui si vuole focalizzare l’attenzione all’interno di un enunciato prodotto da apprendenti l’italiano L2 che ne contiene altri; bisogna lasciarne uno solo di tipo sintattico, al massimo insieme ad uno di tipo lessicale oppure ad uno di accordo morfologico. […] Utilizzare enunciati che sono contemporaneamente errati sul piano ortografico, lessicale o sintattico confonde ancora di più l’apprendente, che può perdere di vista l’errore più importante “bersaglio” del test.

Focalizzato il distrattore, l’attenzione viene posta sulla costruzione di altre due risposte più o meno errate per accompagnare quella corretta. Per scegliere quale errore utilizzare in ciascuna risposta è stato interrogato nuovamente il corpus alla ricerca di errori diversi commessi in presenza di parti dello stesso distrattore che abbiamo scelto come punto di partenza per il nostro esercizio. […]

Non c’è qui spazio per affrontare la questione se gli esercizi per “distrarre” gli apprendenti possano essere uguali per tutti gli apprendenti di un certo livello, età, ecc. o debbano essere costruiti tenendo conto delle specifiche differenze tra la loro lingua madre e l’italiano e se, quindi, ad esempio, gli esercizi per apprendenti francofoni siano somministrabili o meno ad apprendenti anglofoni e viceversa. […]

Come fa osservare Colombo (2009) spesso gli elementi che non sembrano degni di nota svelano problemi inaspettati ed evidenziano punti caldi della grammatica dell’apprendente che l’insegnante non avrebbe mai associato ad una possibile difficoltà e che possono essere argomento di una discussione, di una comune riflessione grammaticale tra l’insegnante e gli apprendenti.

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